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Web 2.0 - Cosa cambia per le aziende

Web 2.0 – Cosa cambia per le aziende

Le aziende che scelgono di stare al passo con i tempi, si trovano oggi a doversi confrontare con un mercato caratterizzato dall’impiego pervasivo di tecnologie in rapida mutazione e da una relazione con il mondo esterno che restituisce al consumatore una posizione centrale rispetto al passato.

In questo scenario cosa dovrebbero conoscere e capire le aziende?

Nell’articolo che segue cercheremo di portare l’attenzione delle aziende sul fenomeno chiamato Web 2.0, per avviare una riflessione su due aspetti principali del fenomeno (centralità degli utenti e disintermediazione della comunicazione) e sulle relative implicazioni e ricadute nell’ambito delle relazioni di business.

Il ruolo centrale degli utenti

In due precedenti articoli (Il Web 2.0 Parte 1 e Parte 2) abbiamo tentato di spiegare che il Web 2.0 è prima di tutto un fenomeno di natura sociale e che si può sintetizzare nella possibilità data al singolo individuo di partecipare allo sviluppo della rete, grazie a strumenti e tecnologie che consentono la creazione di contenuti da parte degli utenti (User-generated content) e di condividerli con il resto del mondo mettendosi in contatto e in relazione praticamente con chiunque e in ogni momento.

Analizzando i rapporti statistici sull’utilizzo quantitativo e qualitativo delle tecnologie legate alle reti sociali, ci si rende conto che le persone hanno compreso i vantaggi di questo passaggio, che consiste nell’acquisizione di un ruolo centrale svolto dagli individui nelle relazioni sociali e quindi anche nel business, tramite l’impiego di strumenti tecnologici quali i social network, le piattaforme per la condivisione di contenuti multimediali, i blog le community.

Per quanto riguarda le aziende invece, che cosa sta accadendo?

Il cambiamento nei processi di formazione dell’opinione pubblica

Il grado di consapevolezza e di comprensione di questi nuovi fenomeni sociali e della loro stretta correlazione con le tecnologie della rete è fondamentale per determinare lo sviluppo o il declino delle aziende.

Il Web 2.0 ha reso possibile la partecipazione attiva dei consumatori nei processi di formazione dell’opinione pubblica, riducendo la possibilità delle aziende di potersi auto-rappresentare ed auto-promuovere a proprio piacimento (informazione ufficiale “confezionata”) e consegnando ai consumatori gli strumenti per esprimere e condividere le proprie opinioni riguardo ai brand ai loro prodotti e servizi, contribuendo insomma a rendere possibile un’opinione pubblica in ambito business più libera, spontanea, non solo costruita dalle stesse aziende.

Un primo punto di riflessione dovrebbe quindi essere la constatazione di una centralità del ruolo dei consumatori nella comunicazione e nella formazione di opinioni riguardo alle aziende, ai loro prodotti e ai loro servizi.

La disintermediazione della comunicazione tra aziende e consumatori

Il Web 2.0 ha poi disintermediato la comunicazione tra aziende e consumatori, soprattutto per quanto concerne le attività di marketing. Prima che il Web 2.0 esistesse infatti le aziende che volevano raggiungere i consumatori finali dovevano passare attraverso i mezzi di comunicazione di massa (mainstream media) come televisione, radio, giornali e riviste, e concentrarsi principalmente su due variabili: la copertura del messaggio comunicato (audience raggiunta) e la frequenza di ripetizione.

Oggi invece, grazie al Web 2.0 è possibile saltare questa “mediazione” e attuare le proprie strategie di marketing dialogando direttamente con i propri consumatori, grazie ai nuovi media, alla combinazione di strumenti tecnologici hardware (come ad esempio i dispositivi mobili), software (siti web, piattaforme ed altri servizi internet) e al coinvolgimento di soggetti che nella rete godono di un particolare influenza grazie a propri blog, profili personali e community.

Un secondo punto di riflessione per le aziende dovrebbe quindi essere la disintermediazione nella comunicazione con i propri clienti, soprattutto per quanto concerne le attività di marketing, reso possibile grazie alle nuove tecnologie che supportano le reti sociali.

Cosa faranno le aziende?

Le aziende possono scegliere di avvicinarsi a questi nuovi fenomeni, leggerli, comprenderli, interpretarli, ricercando e individuando nuovi vantaggi e opportunità e poi dare avvio ad un processo di “cambiamento” volto ad adeguare l’organizzazione ad un modello che sia in grado di sfruttare pienamente questi fenomeni.
Oppure potrebbero scegliere di ignorarli, prenderne le distanze, chiudere gli occhi, fare finta che non esistano, convincersi che si tratti solo di fenomeni transitori di carattere tecnologico e privi di rilevanza per il business.

Indipendentemente dalle scelte delle singole aziende, tali fenomeni continueranno il loro sviluppo, gli utenti e i consumatori avranno un ruolo sempre più centrale e determinante per i business aziendali e potranno contribuire al lancio o al declino di un’organizzazione e dei suoi prodotti, almeno sul piano dell’immagine e della comunicazione.

Spetta quindi alle aziende scegliere se cambiare o restare, se “crescere” o “invecchiare”, consapevoli tuttavia che i numeri di questa grande opportunità sono sorprendenti e in continua crescita e che nel 2014 gli utenti internet nel mondo hanno superato i tre miliardi.

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